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Alcune sale di Palazzo Braschi, ultimo edificio costruito
da un pontefice per la sua famiglia nel terzo quarto del
settecento, sono percorse da lampi di colore rosso scuro,
sono i riflessi delle vesti purpuree dei tanti cardinali
effigiati nei ritratti esposti nella mostra “La Porpora
Romana” che raccoglie immagini di Principi della Chiesa
dipinte tra il ‘500 e il ‘900.
Nei saloni si alternano dipinti, sculture e fotografie,
con netta prevalenza dei quadri, ed è una lunga sfilata
di personaggi dai volti sorridenti e arcigni, giovani e
vecchi, in piedi e seduti, tutti avvolti in vesti rosso
scuro vivacizzate da ampi merletti bianchi, solenni e maestosi.
La storia della Chiesa e dell’Italia si legge sul
volto dei porporati, accanto a nomi ormai ignoti appaiono
effigi di celebri personalità alcune delle quali
divenute successivamente pontefici.
Si parte da una grande tavola proveniente dal Museo di
Capodimonte e concordemente riferita a Raffaello, raffigurante
un ignoto giovane cardinale identificato con Alessandro
Farnese, in tarda età Papa Paolo III; seguono i ritratti
del discendente ed omonimo cardinale Alessandro Farnese
e del cardinal Savelli ambedue di mano di Scipione Pulzone
e datati agli ultimi decenni del ‘500. Si fronteggiano
le immagini del cardinale Carlo Borromeo, poi Santo, del
cardinal nipote Scipione Caffarelli Borghese, di Francesco
Barberini, di Ludovico Ludovisi, di Prospero Colonna tutti
opera di Ottavio Leoni a cavallo del secondo decennio del
‘600. Più tardi i ritratti del cardinale Alderamo
Cybo e di Giovan Francesco Albani del Maratti e del cardinale
Flavio Chigi del Vouet ed è del primo ‘700
il Leopoldo de’ Medici del Baciccio mentre della metà
del secolo è il grande quadro del Subleyras raffigurante
Silvio Valenti Gonzaga, Segretario di Stato di Benedetto
XIV.
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La fine dell’ancient
regime è documentata dal Mengs con l’effigie
del cardinale De Zelada e da quella di Nicola Antonelli
di Domenico Corvi; l’inizio dei tempi moderni appare
con l’irrigidimento quasi fotografico delle immagini
ed un notevole calo di plasticità e di virtuosismo
coloristico ravvisabili nei dipinti del Podesti dei cardinali
Mai e Sacconi fino a giungere al cupo quadro del “Cardinal
Decano” di Scipione esponente della Scuola Romana
attiva in città negli anni trenta del novecento,
e ad immagini abbastanza oleografiche degli ormai quasi
contemporanei cardinale Montini, poi Papa Paolo VI, e del
cardinale Casaroli. Tra tanto rosso ogni tanto un po’
di chiarore, sono alcuni busti in marmo, gesso o terracotta,
opere del Duquenoy, una copia da Bernini, lavori di Bracci
e Tenerani ed il misterioso ed immobile “Cardinale
seduto” di Giacomo Manzù. Completa la mostra
una serie di foto di Mario Delogu, di pochi anni fa, raffiguranti
porporati contemporanei. Una esposizione interessante, ben
ambientata nella splendida cornice di Palazzo Braschi, anche
se, uscendo, si apprezza la luce dopo tanto sfavillio di
porpore.
Roberto Filippi
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Roma
Museo di Roma (Palazzo Braschi)
piazza San Pantaleo 10
LA PORPORA ROMANA
Ritrattistica cardinalizia dal Rinascimento al Novecento
Apertura al pubblico:
Dal 21 novembre 2006 al 25 febbraio 2007
Orario:
dal martedì alla domenica
dalle 9.00 alle 19.00
lunedì chiuso
Informazioni:
Tel. 06/6710.8346 - 82077304
www.museodiroma.comune.roma.it
Catalogo: Gangemi
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