Chi mi darÁ le ali
È stata veramente una piacevole sorpresa ascoltare il Cd dell'Artista Adriana Celletti, soprattutto per chi è ancora ancorato al fascino della musica tonale. Finalmente un ascolto diretto, semplice, non cerebrale, nel quale ci si può abbandonare alla musica, senza sforzo.
Si tratta di quattordici brevi brani, che ricordano alla lontana le "Gnoissiennes" di Erik Satie. Come nelle “Gnoissiennes” non è facile definire il genere della musica proposta. Si tratta di meditazioni ? Oppure di "reveries" ? Sono rivolte al passato, oppure al futuro ? In ogni caso sono brani pieni di fascino.
Dall'ascolto appaiono molte cose: uno stile coerente ma non ripetitivo, una convinzione di fondo che certamente prende spunto da un'ispirazione dell'indefinibile, o forse da un'aspirazione verso qualcosa che guida segretamente la vita.
Quando si prova il desiderio di riascoltare la musica appena udita, di solito, è un buon segno, che al giorno d'oggi non capita spesso con la maggior parte dellamusica contemporanea. Viene anche la curiosità di sapere di più sull'Artista. Ci si pone la domanda: quando e perché sono state scritti i brani proposti?
In questo senso dobbiamo fare una critica all'edizione del CD. Di solito, viene allegato un piccolo commento, che contiene notizie sui brani e anche notizie biografiche dell'autore. Niente di tutto questo.
L'allegato c'è, ma è del tutto ermetico. Il cerebralismo, vizio intellettuale della contemporaneità, rientra prepotentemente nel depliant, che certamente è incomprensibile ai non addetti ai lavori.
Una cosa è l'indefinibile dei brani musicali. Un'altra quello dei commenti
Eleonora Civita |