un
chimico
E' un percorso tragico quello che porta Primo
Levi dalla chimica alla letteratura, eppure è lecito
domandarsi se, al di là dell'essere lo "scrittore
della memoria", la metamorfosi non sarebbe comunque
avvenuta. Non riusciamo proprio a credere neppure all'autore
stesso che si definiva semplicemente un chimico con la forma
mentis di un verniciaio, ma crediamo a quello che Levi scrive
e riconosciamo un grande narratore, che dalla tradizione
letteraria italiana resuscita il genere medioevale della
novella. C'è infatti sempre qualcosa di fiabesco
e visionario nel suo modo di scrivere e raccontare realtà
esagerate o eccezionali quotidianeità. Che si tratti
di animali fantastici come in "Quaestio de Centauris"
o "...storie di chimica militante e sogni di evasione
di un prigioniero" ovvero il "Il sistema periodico".
Nel volume di Einaudi, storico editore di Levi, trovano
spazio per la prima volta in un'unica raccolta tutti i racconti
ad opera di Levi: "Storie Naturali", "Vizio
di forma", "Lilìt", "Il sistema
periodico" e una serie di racconti sparsi pubblicati
postumi con il titolo "L'ultimo Natale di guerra"
In tutti i racconti si riscontra, evidente,
l'impronta di uno stile narrativo originale che si esprime
nella sua forma più compiuta nello stile novellistico
caratterizzato da assurde parodie in cui il gusto del paradosso
ha la stessa valenza del bambino che grida "il re è
nudo!" Levi stesso a proposito dei suoi racconti più
fantastici, chiarisce il punto dichiarandole storie "...più
possibili di tante altre".
Altra impronta chiarissima dell'autore, forse la più
caratterizzante, è l'ansia di raccontare, come un
desiderio che trova forma nella brevità del racconto.
Ed in qualche modo anche le opere più famose di Levi
riflettono la struttura del racconto, anzi di racconti in
sequenza, come sono appunti memorie e ricordi.
Eppure Levi doveva essere più che convinto
nel dichiararsi "un tecnico" prima che uno scrittore,
e forse sarebbe giusto ricordare che l'ansia di raccontare
si trasforma in angoscia se nessuno vuole ascoltare. Non
dimentichiamo che al domani della seconda guerra mondiale,
nel clma di ricostruzione, lo stesso Einaudi, che a onor
del vero ha poi pubblicato tutte le opere di Levi, rifiuto
il manoscritto di Primo.
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L'autore:
Primo Levi nasce il 31 luglio del 1919
a Torino.
Nel 1937 si diploma e si iscrive ad un corso di laurea in
Chimica presso l'Università di Torino. Nel 1938,
le leggi razziali discriminano gli ebrei cui viene vietato
l'accesso alla scuola pubblica, Levi è in regola
con gli esami ma ha difficoltà a trovare un relatore
per la sua tesi; si laurea comunque nel 1941 a pieni voti
e con lode, con una tesi in fisica. Le leggi razziali del
regime fascista lo costringono a lavori saltuari. La sua
breve esperienza in un nucleo partigiano locale si conclude
con l'arresto a Brusson e la detenzione al campo di raccolta
di Fossoli. Nel febbraio del 1944 viene deportato ad Auschwitz,
come häftling (letteralmente "funzionante")
numero 174517.
Dopo un primo periodo di lavori forzati, lavora nei laboratori
chimici della "Buna", fabbrica dedicata alla produzione
di gomma sintetica. Contrae la scarlattina e scampa fortunosamente
alla marcia di evacuazione di Auschwitz poco prima della
liberazione del campo da parte dell'Armata Rossa. Viene
liberato il 27 gennaio 1945. Tornerà a Torino solo
nell'ottobre successivo.
Racconterà al mondo la sua esperienza nel lager in
"Se questo è un uomo", ed anni più
tardi tornerà ad analizzare l'universo nazista ne
"I sommersi e i salvati". Dai ricordi del lunghissimo
di rimpatrio nasce invece "La tregua", diario
di un viaggio attraverso un'europa devastata e paradossale.
Affronta anche la storia degli ebrei del centroeuropa nel
romanzo "Se non ora, quando?".
L'11 aprile del 1987 Primo Levi muore,
si lancia dalle scale della sua casa di
Torino.
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