Roma
Colosseo

Il rito segreto
Misteri in Grecia e a Roma

Dal 22 luglio 2005 al 8 gennaio 2006
Tel. 06/39967700

web: www.pierreci.it

 

I CULTI MISTERICI

Affermare che “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” non necessariamente è vincolato all’ambito scientifico, ma anche a ciò che è considerata la sua antitesi quale è la religione e nella mostra dedicata ai culti misterici si possono trovare delle risposte. È nel guardare i diversi reperti esposti e leggendo i testi esplicativi che emergono alcune strane attinenze tra alcuni culti e il cristianesimo, una sorta di evoluzione o modifica: Iside con in braccio suo figlio Horus, un’iconografia simile a quella della Madonna, o la ritualità mithraica con il cristianesimo. Forse un parallelismo temporale non casuale se il culto d’Iside proveniva dall’Egitto e Mithra dal Medio Oriente.

La mostra offre un excursus sulle ritualità estranee ai culti ufficiali della Grecia e dell’Italia antica, con delle azzardate ipotesi sulle risonanze della cultura misterica nella contemporaneità, secondo una chiave di lettura proposta dall’antropologo Vincenzo Padiglione.
Oltre settanta opere, tra cui grandi statue e busti, altari e affreschi, vasi e rilievi, per narrare i riti orfici e dionisiaci, i misteri eleusini, le pratiche oracolari ed altri ancora, tutti fortemente caratterizzati dall’elementi “iniziatici” che vincolavano al segreto i partecipanti. Nonostante le diversità nei luoghi (santuari o mura domestiche) o nella ritualità, i culti sono l’evidente manifestazione del continuo bisogno del singolo individuo di ricercare il significato dell’esistenza e della salvezza, nella comunità.
Il percorso espositivo può trovare una continuazione visitando alcuni luoghi di Roma, come i mitreo nei sotterranei della chiesa di San Clemente o del Circo Massimo, del santuario Siriano sulle pendici del Gianicolo o i frammenti di Iside tra piazza del Collegio Romano e piazza San Marco.

Riti e culti di provenienza prevalentemente orientale, diffusi in tutto il mondo romano, e che a Roma trovava seguaci nei diversi ceti sociali.

Gianleonardo Latini