PEZZI
DI RICAMBIO PER ALLUNGARE LA VITA
La polemica sulla clonazione (dagli innocenti pomodori
fino all’ipotesi del clone umano) è certo il quesito
etico—scientifico dei nostri tempi: apparentemente insormontabile,
è il dilemma che segnerà di sé l’umanità
almeno per i prossimi cinquant’anni. Il clone umano è
ancora pura fantascienza (non era a suo tempo fantascienza anche
il trapianto cardiaco?), ma certo i nostri nipoti dovranno decidersi
per il gran salto: curare malattie inguaribili, salvare vite umane
o addirittura “migliorare” la specie (sogno diabolico
di teutonica memoria) in barba a esistenze in vitro di cui si dovrà
stabilire se hanno o non hanno un’ anima.
E dov’è e cos’è l’anima?
Tutto questo per consigliarvi la storia di “Island”,
nonostante il fracasso degli effetti speciali e la solita delirante
iperattività cinetica degli odierni film d’azione.
Film (di Michael Bay) dove si ipotizza che in futuro, neanche tanto
lontano (ambientato fra 20 anni!), il solito scienziato cinico e
spietato allevi in una mega—clinica battaglioni di uomini
e donne clonati ad immagine di ricchi clienti, chiamati agnati,
“prodotti” in attesa di essere usati come pezzi di ricambio.
Le vittime ignare, nate e allevate in batteria, vivono ingannate
con la speranza di vincere la Lotteria dell’Isola: il viaggio
all’esterno verso l’Eden incontaminato. In realtà
i “fortunati” vincitori sono solo le “bestie”
condotte al macello, “ricambi” richiesti e pronti all’uso.
L’orrore si perpetra fino a che, moderno Teseo, non spunta
il clone Lincoln Six-Echo (Ewan McGregor) che in compagnia della
bella Jordan Two-Delta (Scarlett Johnsson) manderà tutto
all’aria riconquistando per sé e per i suoi compagni
di sventura dignità e felicità per una vita “umana”.
Il ritmo frenetico non lascia che pochissime pause, del resto c’è
da distruggere auto, elicotteri, moto volanti (Wasps), grattacieli
e mezza Los Angeles!
Una menzione speciale per il simpatico Steve Buscami (l’amico
“umano”che aiuta a fuggire i nostri eroi) e una curiosa
notazione (antiamericana?) su Laurent, l’attore Djimon Hounsou,
l’imperscrutabile nero che dirige la squadra degli inseguitori
di Lincoln e Jordan, i cloni-agnati in fuga, che poi si redime e
che, guarda caso, viene dall’antica terra di Francia: un piccolissimo
omaggio alla tradizione libertaria transalpina?
Per i più piccoli la gioia visiva dei soliti disastri da
video—game, per i più grandi e avveduti una utile (e
amara) riflessione sul quesito del secolo.
Luigi M. Bruno
|