LE
CARTOLINA DI ROMA
Una mostra di grande interesse storico documentario
allestita nei locali sontuosi della Farnesina, antica residenza
del banchiere Agostino Chigi e oggi una delle sedi dell’Accademia
di San Luca. A proporla è la dottoressa Nicoletta Pietravalle,
giornalista e scrittrice, presidente della Sezione Molise
dell’ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane), e,
attualmente Soprintendente per i Beni Architettonici e per
il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico
del Molise. Da anni la studiosa raccoglie e classifica con
cura cartoline d’epoca, alcune viaggiate, altre mai
utilizzate. Il tema centrale che collega questa raccolta è
il rapporto di scambio intenso che unisce il Molise a Roma.
Diciamo subito che una mostra del genere comporta necessariamente,
vista la sua universalità, una scelta di campo precisa,
che va naturalmente a lumeggiare alcuni aspetti della storia
del costume, rispetto ad altri. La scelta, in questo caso,
è stata orientata sulla varietà storico artistica
e naturalistica e folclorica della Capitale; dai suoi primi
anni ruggenti alle soglie degli anni Quaranta del Novecento.
Le cartoline (tantissime!, alcune delle quali sono pubblicate
nell’interessante catalogo), sono state selezionate
ed accorpate secondo generi e incorniciate con cornici d’epoca.
Ci troviamo al cospetto di un caleidoscopio di figure, di
sensazioni visive quasi palpabili, di illusioni avviluppate
al grembo dell’immaginario collettivo. Immagini che
sembrano uscire dalle pagine ingiallite di un diario intimo
vergato nel corso degli anni dalla coscienza nazionale che
va costruendosi plasmando simbologie esemplari, mitologie
e ritualità della quotidianità borghese e perbenista,
divenuta col tempo un vero e proprio patrimonio della memoria
storica sedimentata. E allora ecco le simpatiche immagini
pubblicitarie che reclamizzano sogni ed illusioni, le cartoline
augurali che riflettono ambigue necessità, suggestioni
sibilline e fluttuanti del sentimentalismo amoroso. E poi
non mancano le immagine della Città Eterna, vista con
gli occhi dei viaggiatori curiosi; dove spicca la monumentalità
secolare di Roma che nel corso dei decenni ha dovuto subire
sovvertimenti urbanistici e scempi architettonici, menomazioni,
omissioni, sovrapposizioni, le cui tracce sono riscontrabili
ancora oggi. Un particolare rilievo è stato dato alla
Città del Vaticano, lo Stato nello Stato; con la sua
Corte, i papi, e quei luoghi di culto densi di fervore religioso,
tale da divenire il patrimonio incontestabile di buona parte
del mondo attuale. La riflessione che si impone è d’obbligo
e per certi versi scontata. La rivalutazione della cartolina
d’epoca, vista non soltanto come semplice mezzo di trasmissione,
ma soprattutto come documento storico, testimone in chiave
sociologica di una passaggio generazionale progressivo ed
irreversibile, offre la possibilità di effettuare un
viaggio virtuale nei luoghi noti e meno noti; scrutare nelle
menti, osservare i costumi e avvertire le sensazione più
riposte di intere generazioni che ci hanno preceduto. E’
pur vero che la cultura di un popolo passa anche attraverso
queste piccole e suggestive forme di comunicazione; alcune
peraltro contrassegnante da una vitale e raffinata componente
estetica. Ne consegue che la letteratura come la musica e
più in generale le arti maggiori come la scultura e
la pittura, non sono necessariamente le uniche depositarie
di peculiarità storiche caratterizzanti mode e costumi
sociali, ma sono soprattutto quegli oggetti d’uso quotidiano,
a volte negletti, come lo è la cartolina, dal pregnante
potere evocativo, a rivelarci i segreti più intimi
e i cambiamenti epocali sui quali esercitare una serena riflessione.
Essa ci induce inevitabilmente, e con una forte componente
emozionale, a dissolvere e sfumare magicamente quelle barriere
spazio-temporali che ci separano da un passato che ciclicamente
si riaffaccia nel nostro presente.
Roberto Cristini |