COLPI
BASSI
La letteratura cinematografica sul mondo della boxe
è sterminata,impossibile ricordare titoli e storie:ascese
e cadute, riscatti impossibili, mafie e ricatti, vendette e “ritorni”.
Comunque, cronaca o fantasia,sempre storie “virili”
di uomini perdenti o vincenti sul maledetto quadrato, l’arena
in cui l’eroe si gioca tutto. Ma stanchi di “Rocky”
e di “Tori del Bronx”il pubblico ormai reclama sangue
e dolore al femminile. E’ così in auge oggi come oggi
la boxe tra le ragazze? Non chiedetemelo, non lo so. In America
sembra di si, tanto da poterci raccontare la storia (gloriosa e
tragica) di Maggie,squallida vita ma una sola ostinatissima passione:menar
cazzotti sul ring.
La
“nobel art” alla graziosa e disarmante fanciulla viene
impartita dal “duro” Frankye (Eastwood) e dall’ex
pugile (sfortunato) Scrap (Freeman). Qui i sentimenti s’incrociano
e si accavallano:prevalgono quelli paterni e protettivi del vecchio
Clint verso la dolce Maggie che totalmente gli si affida. Ma forse
c’e anche amore, un amore tutto sommato ‘‘puro’’
e delicato che lascia trasparire solo piccoli gesti e sguardi affettuosi.
Ma non c’è tempo: l’ascesa è travolgente,
la ragazza sul ring è una picchiatrice nata, non trova ostacoli
fino al titolo mondiale dove (ahinoi!) trova la perfida carogna
di una cattivissima e scorretta pugilatrice. Ora, va bene che la
boxe è uno sport duro e spietato, ma i cazzotti proibitissimi
che mena la perfida sono talmente gratuiti e plateali da meritare
l’ergastolo! Invece in America pare che sia tutto permesso
(o quasi).
L’epilogo è fatto di colpi (bassissimi) al povero spettatore
che è costretto a rifornirsi di fazzoletti (incauto chi non
ce l’ha!) Maggie rimane paralizzata, amputata, ma non abbandonata
dal tenerissimo amore del duro Clint.
L’eutanasia (argomento del giorno ovunque) è l’ultimo
capitolo che si conclude con 1’iniezione fatale impartita
come estremo gesto d’amore. Dormi dolce principessa, (direbbe
Shakespeare) dormi; il resto è silenzio.
La giovane e scatenata boxeur è la bravissima Hilary Swank,dolce
e ammirevole nelle sue ingenue speranze e implacabile dispensatrice
di fulminanti “knock—out”. Il regista ex—cow
boy Eastwood si permette di rivincere l’Oscar e ci dice che
ormai è in grado di affrontare qualsiasi argomento al meglio.
Si cimenterà al più presto col “Music hall”?
E’ un’idea.
Luigi M. Bruno
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