LA “NUOVA”
E “VECCHIA” ROMA
“Vecchia” per una questione cronologica,
ma pur sempre “nuova” e viva nel suo splendore, nell’esposizione
“La Roma del Luce” presso il Museo di Roma in Trastevere,
la città di Roma è presentata sotto un aspetto storico
che risulta intimo e familiare. Evento culturale stato reso possibile
grazie soprattutto alla disponibilità dell’Archivio
Luce, che ha messo a disposizione il materiale filmico e fotografico
della Roma degli anni che vanno dal 1926 al 1943. Attraverso pannelli
aperti come cartelline, e schermi che trasmettono filmati muti,
è possibile vedere un mondo vicino e lontano, fatto di ambienti,
di luoghi, di persone e di volti appartenuti ad un tempo passato,
nei cui sguardi si possono però avvertire sensazioni sempre
attuali; volti sorridenti e imbronciati o sguardi assorti e pensierosi.
Ad accompagnare le fotoriproduzioni, gli schermi trasmettono filmati
muti riguardanti sia gli eventi socio-culturali di quei tempi, sia
la vita di tutti i giorni che, a mio avviso, è quella che
più va a toccare la sensibilità di chi osserva.
La normalità della vita, nonostante i tempi
duri, la semplicità e l’umiltà della gente comune,
si percepiscono nella dolcezza dei bambini indaffarati nei loro
giuochi, nell’affanno delle donne di casa, nelle risa dei
ragazzi alle prese con la corsa dei sacchi. Uno dei pregi dell’esposizione
è infatti la scoperta di luoghi, oggi affollatissimi e coperti
da file di auto e di macchine che occultano la vista di scorci stupendi,
un continuo via vai che non ci permette più di guardare la
gente negli occhi e dire “buongiorno”! Un modo come
un altro per invitare noi tutti alla riflessione su ciò che
lasciamo alle nostre spalle nel momento in cui entriamo nel Museo
di Trastevere, e ciò che troviamo dopo
esserci entrati. Non i soliti, se pur legittimi, reportage sulla
guerra e sul fascismo, ma semplicemente una mostra fatta di suoni
e musiche di un pianoforte che sembra parlare, di immagini in bianco
e in nero che nascondono molte più tonalità e colori
di quanto potrebbe mostrare la più avanzata tecnologia. Ancora
una volta il mezzo artistico insegna l’importanza di mantenere
viva e presente la nostra storia, come realtà spazio temporale
a cui guardare con occhi commossi per le meraviglie di una città
che ci appartiene; straziati in memoria delle tragedie passate;
fiduciosi nei confronti di un lucente futuro.
Benedetta
Mazzanobile |