I CASTELLANI E L'OREFICERIA ARCHEOLOGICA ITALIANA
Dall'11 novembre 2005 al 26 febbraio 2006

Roma - Museo Nazionale Etrusco
piazzale Valle Giulia 9

Orario: dal martedì alla domenica
dalle ore 8.30 alle 19.30
la biglietteria chiude un'ora prima
chiuso il lunedì

Ingresso:
Euro 6,00 intero Euro 4,00 ridotto
Informazioni: Tel. 06/82077304

Catalogo: L’Erma di Bretschneider

LA FORTUNA DEI CASTELLANI

Da decenni ormai il nome della illustre famiglia romana dei Castellani, orafi, collezionisti e mercanti d'arte, era stato purtroppo dimenticato; abbandonato dalla ribalta delle cronache artistiche, pressochè emarginato a livello di studi specialistici. Stessa sorte per quanto concerne le sedi espositive, sia a Roma, (cosa piuttosto grave), che in Italia. Ci sono volute la competenza, la perseveranza e l'impegno economico di una istituzione culturale straniera, in questo caso americana: il "Bard Graduate Center for Studies in the Decorative Arts, Design and Culture" di New York, unitamente alla disponibilità di facoltosi collezionisti, per organizzare, finalmente, una mostra sui gioielli archeologici prodotti da questa bottega d'arte romana.
Dopo New York e Londra, la mostra è approdata a Roma, allestita nella splendida cornice del Museo Etrusco di Villa Giulia. Impresa non facile e irta di difficoltà, portata a buon fine grazie agli sforzi della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, la quale ha dovuto far fronte a numerose difficoltà organizzative: non ultima quella relativa al netto rifiuto da parte di alcuni collezionisti a concedere le opere di loro proprietà.
L'attività della famiglia Castellani, presente sin dai primi decenni dell'Ottocento, si va specializzando nello studio delle antiche tecniche di lavorazione dei metalli pregiati come l'oro e l'argento. Questo grazie all'intuizione e all'impulso del capostipite, Fortunato Pio Castellani (1794-1865), il quale riesce a coniugare una fiorente attività economica e la ricerca artistica. Avvalendosi della collaborazione del duca Michelangelo Caetani - amico e mentore della famiglia - la passione per l'antico li spinge a raccogliere una ricca collezione costituita da ceramiche, bronzi e oreficerie provenienti dai grandi siti dell'Etruria e della Magna Grecia.

Il ricco patrimonio classico, le opere degli artigiani medievali e degli artefici del Rinascimento, costituiscono la fonte primaria di ispirazione nella progettazione delle loro opere, che riscuotono un ampio successo in patria e altre i confini nazionali, suscitando al contempo l’ammirazione di intellettuali, illustri esponenti dell’aristocrazia ed artisti di rinomata fama legati, ad esempio al movimento preraffaellita.
L’opera dell’oreficeria Castellani, come quelle coeve che si vanno affermando in Italia e all’estero, è chiaramente riconducibile a quel movimento di pensiero denominato, a volte con palese disprezzo, “storicismo antiquario” o “eclettismo”. Movimento che investe tutti i campi dell’arte; dalla pittura alla scultura, dall’architettura alle arti decorative. Più che altrove è proprio a Roma , culla della cultura classica, che questa esigenza di riappropriarsi del lessico stilistico dell’antichità e dei fasti rinascimentali, trova il suo centro d’elezione.
A proseguire l’opera di Fortunato Pio saranno i tre figli maschi: Alessandro (1823-1883), Augusto (1829-1914) e in parte Guglielmo (1836-1896). Quest’ultimo si dedicò nella maturità alla ceramica artistica.
Alessandro, ritenuto da molti, a ragione, il genio della famiglia, è un personaggio particolare e piuttosto complesso per la sua versatilità. Le vicende artistiche vanno di pari passo con i suoi convincimenti politici. Fervente repubblicano, convinto e tenace anticlericale, assertore della laicità dello Stato, è costretto ad espatriare per sfuggire alle persecuzioni politiche dello stato Pontificio. A Parigi apre un negozio di successo, dove sono in mostra le eleganti oreficerie della Maison Castellani. Fra i suoi clienti si annoverano principi, imperatori, membri influenti dell’aristocrazia europea e i ceti emergenti della borghesia imprenditoriale. Riesce a tessere rapporti con personalità della cultura, direttori di musei americani e inglesi ai quali vende, oltre la produzione propria, ceramiche, sculture e reperti archeologici. La sua attività di artista, collezionista e mercante d’arte, lo porta ad aprire a Napoli intorno agli anni sessanta dell’Ottocento, una propria bottega d’arte orafa e un laboratorio di ceramica, specializzata nelle copie in stile della figulina medievale e rinascimentale; è li che si forma il figlio di Alessandro, quel Torquato Castellani che diverrà un esponente significativo della ceramica artistica romana dell’Ottocento. A Roma, divenuta Capitale del Regno, Alessandro è tra i fondatori del Museo Artistico Industriale (1874), istituto che aveva il compito di formare nel gusto e nella tecnica degli artigiani a supporto dell’industria manifatturiera. Alla sua morte, una gran parte della collezione di antichità, viene messa all’incanto e acquistata da prestigiosi musei francesi, inglesi, americani.
Augusto, che ben presto si sintonizza con il clima politico della città dissociandosi dalle idee “sovversive” del fratello maggiore, prosegue l’attività paterna a Roma, nel suo palazzo a Fontana di Trevi. Il suo studio e i suoi laboratori sono la metà imprescindibile per ogni illustre visitatore proveniente all’estero e la sua clientela annovera personaggi di chiara fama internazionale.
Molto attivo nel campo politico e culturale Augusto Castellani ricoprì per anni la carica di consigliere del Municipio romano. Fu esponente di primo piano nella organizzazione delle officine annesse al Museo Artistico Industriale, e in qualità di Direttore onorario dei Musei Capitolini contribuì non poco all’arricchimento delle collezioni museali. L’atto di amore più importante verso la città è costituito dal legato che prevedeva alla sua morte la donazione al Comune di Roma di gran parte della preziosa collezione privata, formata oltre che opere relative alla ceramica etrusca, romana e greca, gioielli classici e prototipi forgiati nel suo laboratorio, libri e una interessante documentazione d’archivio. Le ultime volontà di Augusto Castellani, dopo una serie di vicissitudini familiari, furono onorate dal figlio Alfredo (1853-1930), anche lui orafo e collezionista. Con la morte di quest’ultimo si chiude definitivamente l’era raggiante dell’oreficeria archeologica dei Castellani
Oggi buona parte della collezione Castellani, è conservata presso i Musei Capitolini e nel Museo Etrusco di Villa Giulia Questo corpus, arricchito dagli esemplari provenienti da collezioni private, sia italiane che estere, e alle raccolte presenti nei musei anglosassoni, costituiscono il nucleo centrale della mostra romana.
La fortuna dell’oreficeria Castellani non ebbe lunghissima vita. Essa cominciò a declinare lentamente, ma inesorabilmente, sul finire del secolo XIX. Il cambiamento del gusto da parte del pubblico, favorito dal rinnovamento del linguaggio artistico rappresentato del nascente movimento modernista che aveva nello stile Liberty la sua massima espressione, segnò definitivamente l’attualità del “gioiello archeologico”, fin troppo ancorato ad una epopea che non aveva più legami con l’attualità storica.
Tuttavia, gli esemplari esposizione: copie in stile e opere ispirate all’oreficeria classica, medievale e rinascimentale, riescono ancora ad affascinare il visitatore odierno; vuoi per la qualità della tecnica che per la ricchezza intrinseca della materia, ma soprattutto, per alcune soluzione formali e decorative di grande attualità che riescono a superare le barriere del tempo e i ritmi altalenanti del gusto e della moda.
Significativa, in questa direzione, è la traduzione in italiano del voluminoso catalogo pubblicato in occasione della mostra organizzata a New York. Il volume è ricco di contributi e comunicazioni che hanno visto impegnati a più livelli famosi specialisti del settore. Ne è uscito fuori l’affresco di una società e del suo credo artistico che meritano la nostra attenzione e una generale riscoperta dopo decenni di oblio ed emarginazione culturale.

Roberto Cristini