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UN GRANDE VILLAGGIO AL PARIOLI

Usando una definizione teatrale: la vita è una tragedia.
E un artista diviene grande quando arriva ad acchiappare il bandolo della matassa tragica dell’esistere per poterla raccontare con morbidezza e senza strappi, ridendo tra una lacrima e l’altra.
Ma Paolo Villaggio tramite “Il profumo delle lucciole” sa fare di più.
Con particolare naturalezza poeticamente inventata, riesce a trasmettere la storia della sua vita d’artista attraverso i punti cardinali delle emozioni…non solo umane ma del sasso, del mare, del basilico…stupori, amori, timidezze, odori del creato, impalpabili “sensazioni” indescrivibili nelle quali tutti ci si imbatte puntualmente, felici o infelici, attraverso le tante stagioni della vita.
Attore assolutamente metafisico, singolare fino a sembrare unico, ricco di sfaccettature e di contrasti che credevamo di conoscere da sempre, Villaggio colpisce nel segno come rigoroso regista di se stesso.
Brusco o dolcissimo e fuori da canoni consueti, ”il grande genovese” torna ancora a sorprenderci con una lectio magistralis di vita e di teatro in un clima tanto impalpabile da non potersi raccontare.
E come potremmo mai dire… quella strana immobilità dell’uomo-Paolo quando ad un tratto, sovrastato dalla propria immagine, appare immensamente solo nella grande scena, come se Lui,  in assenza dell’Attore, stesse li seduto interpretando il pubblico, o forse cercando di nascondersi tra tutta quella gente che lo guarda?
Strani effetti visivi, nella magia iperbolica del primo piano in spettacolare contrasto tra il gigantismi clamoroso del cinema e la sommessa dimensione reale… “e il suon di lei” .
Insomma, tramite questo eccezionale attore-autore-regista, sommesso ed istrionico in sapiente misura, si rinnova e ingigantisce il mistero del Teatro: intramontabile “Vecchio Teatro” che oltre ogni  previsione pessimistica continua periodicamente a stupire per forza e longevità.
Tanto più sorprendente nella formula essenziale e rischiosa del monologo che Paolo Villaggio ripropone con tocco lieve e penetrante.

Prova d’attore o “Serata d’onore” di un grande giocoliere a tutto tondo che sa dire qualsiasi verità attraverso le affilate armi della poesia, tradotta spesso in farsa, tra piccole crudeltà e divertimento.
Infatti si ride, si ride tanto quasi sorprendendoci e a volte, con un po’di magone, si ride anche di noi stessi, come si ride sulle parole proibite di un tempo, irresistibile ritorno alla trasgressione infantile.
E tra una risata e l’altra, esplodono gli applausi, applausi veri, come quel silenzio intenso e clamoroso, e pur sempre divertito dei momenti magici fragranti di nostalgie e ancora applausi, risate e tanti sorrisi.
Ma ad un tratto Lui dice: “Basta!” E va via.
Però gli applausi continuano e allora Paolo si convince… che lo vogliamo veramente e fa un bis e dice…ancora tante cose.
Poi, saluta con la mano schivo e prescioloso, alla genovese, e scompare… dietro il sipario rosso che si chiude.
Solo allora ti accorgi che, in un attimo, sono passate quasi due ore.
Fuori, la notte è fredda, ma nessuno ha premura di andar via.

Sarina Aletta

“IL PROFUMO DELLE LUCCIOLE”
SCRITTO, DIRETTO E INTERPRETATO DA PAOLO VILLAGGIO

Roma
Teatro Parioli
via G.Borsi 20

Tel. 06/8073040

fino a Domenica 15 marzo
Durata dello spettacolo 90 minuti


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