conosci te stesso

Sabra e Shatila, due campi profughi palestinesi alle porte di Beirut. E' il 15 settembre 1982, il contingente internazionalele che avrebeb dovuto garantire la sicurezza ha lasciato il Libano prima del tempo. A mezzogiorno le milizie cristiano libanesi entrano nei due campi profughi, l'allora Ministro della Difesa israeliano Sharon vi sostiene la presenza di 2000 guerriglieri dell'OLP. Il presidente del Libano Bashir Gemayel è sato da poco assassinato.Le milizie lasciano i campi il 18 settembre.
Non si sa ancora quale sia il numero reale delle vittime del massacro.

Ari Folman aveva 19 anni nel 1982, un militare fra i tanti coinvolto nei tre giorni del massacro, oggi a 45 anni è stato candidato all'Oscar per un film che racconta non tanto la Storia, quanto le conseguenze e il peso delle nostre azioni sulla nostra percezione della realtà. E'straordinario l'incipit del "Valzer", una muta di cani all'inseguimento di un uomo che fugge (dalla sua coscienza?), mentre nella sequenza surreale che battezza la pellicola c'è tutto il senso di una seduta di autoanalisi raccontata in forma di animazione.
Bella la scelta del tratto grafico duro e dai colori innaturali, che nulla ha in comune con la perfezione cristallina della Pixar, quanto piuttosto con lo scenario di un incubo ricorrente.
Come già scritto, Folman non racconta la Storia reale di Sabra e Shatila e assolve con tropppa facilità se stesso e i suoi commilitoni. La Storia affiora alla fine del film, con alcune immagini reali che si sovrappongono all'animazione per raccontare la realtà dello scempio. Un film tragicamente attuale, da vedere per ricordare il passato e per riflettere sul futuro.

Claudia Patruno