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Occhi di Gufo
di
Margherita Pinna

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MARGHERITA PINNA

Fin da bambina la sua grande fantasia si esprime nel disegno e la scrittura, e la parola per lei resta sempre legata all’immagine che riesce ad evocare.
Già a 18 anni scrive per la “Nuova Sardegna” saggi di critica letteraria e teatrale.
Successivamente concretizza nei 2 volumi de "Il Mediterraneo e la Sardegna nella cartografia musulmana" la sua concezione del mondo; per questa imponente opera di ricerca si avvale della sua seconda laurea in studi islamici .
Ritorna alla fantasia con soggetti cinematografici, sceneggiature e racconti.
Con la sua raccolta di poesie e ballate “Storie di Donna - Donne di Storia”, si dedica alla rappresentazione dell’universo femminile nella storia, dalle donne del ’68 alle donne di mafia.
Lei stessa, però, considera il romanzo il genere a lei più congeniale, in quanto massima manifestazione della propria individualità complessa e non omologata. Nei suoi romanzi rappresenta le impressioni del subconscio che difficilmente si integra con la realtà odierna, ma che non smette di cercare la verità.

Il suo amore per i viaggi ed i popoli stranieri, osservati senza preconcetti, l’ha portata ad abbandonare una visione europocentrica per sentirsi “cittadina del mondo” che non ha bisogno di vivere nella “sua” Sardegna per sentirsi se stessa.

Una sua costante è il dare la parola agli animali, che per lei rappresentano la parte umana più profonda e priva di condizionamenti che può quindi riavvicinarsi alla natura, intesa come reale essenza delle cose.

Nel gufo ritrae se stessa: una persona in cui l’esperienza di vita si fonde con una moralità (e non moralismo) di fondo vergine, senza pregiudizi.

G P

 

 

 

 

 


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