I TEATRI NASCOSTI Il teatro a Roma ha avuto vita
ciclica in stretta connessione con le vicende politiche,
infatti l’atteggiamento dei governanti nei suoi confronti fu
vario a seconda dei periodi. Nella Roma Repubblicana era
vietato perché ritenuto manifestazione molle non adatta al vir
romanus, ma in epoca imperiale grandi teatri in muratura
vennero ad affiancarsi a circhi ed anfiteatri. Con la caduta
dell’Impero Romano e la grande crisi che ne seguì si perdono
le notizie sul teatro, per trovarne poi di nuove nei dialoghi
tra chierici nelle cerimonie religiose cristiane. È con
l’Umanesimo che il teatro riprende vigore, sia pure ristretto
ad una cerchia di studiosi, nobili ed alti prelati. Il 1513,
data della costruzione sul Campidoglio di un teatro di legno,
per festeggiare la cittadinanza onoraria concessa a Giuliano
de’ Medici, viene indicato come inizio della vita teatrale
nella seconda Roma. Da allora la fortuna o la sfortuna del
teatro sarà legata alla visione del papa regnante, ma,
nonostante le alterne fortune, ebbe il suo grande impulso
nell’epoca barocca unitamente al diffondersi della pratica
musicale della Cantata che è all’origine della grande
tradizione operistica. I teatri più belli furono costruiti a
fine 1600 e soprattutto nel 1700, alcuni dei quali destinati
ad una vita lunga e vivace. Nella Roma Umbertina furoreggiava
il Caffè Chantant mentre nella Roma del dopoguerra si assiste
al fenomeno dei teatri nelle cantine. Così, attraversando la
storia, si giunge all’oggi. Nella parte introduttiva viene
analizzato il sistema teatrale, facendo emergere interessanti
curiosità, dal divieto alle donne di calcare le scene al
periodo di apertura, dalle pratiche per ottenere l’agibilità
all’analisi delle varie strutture architettoniche. Per la
prima volta fu a Roma, nel teatro Tordinona-Apollo, non più
esistente per la costruzione degli argini del Tevere, che si
impose la pianta a ferro di cavallo tipica del teatro a
palchetti o all’Italiana. E poi c’è il grande amore dei Romani
per il teatro, specie per quello musicale, testimoniato dai
tanti viaggiatori stranieri presenti a Roma per il Grand Tour
ma anche dal grande poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli.
La pubblicazione fornisce poi, in rigoroso ordine
alfabetico, l’elenco dei teatri che, fin dall’antichità, sono
sorti a Roma. I teatri citati sono 361, di cui 289 hanno una
specifica scheda che varia in base alla storia di ciascuna
struttura
Stefania Severi, romana, storico e critico
d'arte, è membro della "Association Internationale des
Critiques d'Art". Giornalista pubblicista, collabora a varie
testate ed è segretaria di redazione della rivista "Lazio ieri
e oggi". Ha pubblicato su Roma: "Un secolo di Roma. Dieci
itinerari per scoprire Roma moderna" (2000); “Il vino a Roma e
nel Lazio” (2006), “Santa Maria in Montesanto la chiesa degli
artisti” (2010), “I mosaici a Roma dall’antichità al medioevo”
(2015). Suoi saggi sono in alcune edizioni de “La Strenna dei
Romanisti” e in numerosi cataloghi tra i quali “Visconti e il
Gattopardo, la scena del principe” (2001), "Donne di Roma"
(2003) e "I volti del potere" (2004), relativi alle omonime
mostre allestite nel Palazzo Chigi di Ariccia. Inoltre:
"Vostra Veronica. Vita e amori di una cortigiana" (1996);
"L'essenza della solitudine. Vita di Dolores Prato" (2002);
"Dolores Prato voce fuori coro" (2007). Per anni è stata
responsabile dell'attività espositiva della Chiesa degli
Artisti di Roma. Ha curato numerose mostre, con i relativi
cataloghi, oltre che in Italia, in Belgio, Bielorussia,
Francia, Lussemburgo, Moldavia, Spagna, Ucraina, USA. Suoi
racconti e saggi sono inseriti in varie antologie. Collabora
con la FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori) ed è
direttore artistico della Cooperativa Sociale Apriti Sesamo.
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Stefania Severi
DIZIONARIO DEI TEATRI DI ROMA EDILAZIO, Roma 2023 pp.328
ISBN 979-12-80435-16-3 € 22,00
http://www.edilazio.com/
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