Cleopatra
Roma e l'incantesimo d'Egitto
ROMA. Chiostro del Bramante
L'ultimo Faraone
La stirpe regale dei Faraoni è stata la più duratura nella storia dell'umanità, dal 3.000 a.C. con i mitici Menes e Nermer che unificarono l'Egitto fino a Cleopatra che morì nel 30 a.C. e con cui si chiuse un'era. Per trentadue Dinastie, pur appartenenti a diverse famiglie e talvolta a diverse etnie, i Faraoni, nome che significa “Grande Casa”, regnarono con alterne vicende sull'Alto e Basso Egitto quali rappresentanti in terra del dio Horo, il Sole. Per tre millenni si alternarono periodi di gloria e di decadenza fino alla conquista di Alessandro Magno a cui successe il suo generale Tolomeo che dette origine all'ultima dinastia che regnò sull'Egitto per tre secoli raggiungendo vertici di potenza politica, di prosperità economica e di grande sviluppo culturale accentrato nella nuova città di Alessandria con la sua celebre Biblioteca e i suoi dotti frequentatori. Verso la metà del I secolo a.C. regnarono in Egitto due giovani fratelli, anche coniugi secondo usanze mutuate dall'epoca faraonica, Tolomeo e Cleopatra VII Thea Philopatore che ben presto entrarono in conflitto tra loro. Mentre i due si scontravano giunse Pompeo, vinto a Farsalo, fuggiasco ed inseguito da Cesare; cercava asilo ma fu fatto uccidere dai consiglieri di Tolomeo. L'evento turbò Cesare che non lo apprezzò e lo spinse ad appoggiare Cleopatra nella sua lotta contro il fratello. Gli storici dicono che Cleopatra sedusse il maturo condottiero balzando seminuda da un grande tappeto che era stato portato alla presenza di Cesare; questi perse la testa per la giovanissima regina, vinse Tolomeo e lo fece uccidere incoronando Cleopatra come unica sovrana. La portò anche con sé a Roma assieme con un figlio, Cesarione, nato dalla loro relazione. Dopo l'uccisione di Cesare Cleopatra tornò in Egitto dove ricevette la visita di Marco Antonio, triumviro ed associato con Ottaviano e Lepido nella guerra vittoriosa contro gli uccisori di Cesare. Antonio andò per domare Cleopatra ma fu da lei domato; secondo quanto si racconta gli apparve su un fastoso vascello, seminuda come Venere con un equipaggio di ancelle poco vestite da ninfe. Il prode generale dimenticò la moglie, sorella di Ottaviano, i figli, i suoi doveri verso lo stato; si stabilì in Egitto, sposò Cleopatra da cui ebbe tre figli, Tolomeo Filadelfo e i gemelli Cleopatra Selene e Alessandro Helios, e meditò di creare in Oriente un grande regno in competizione con Roma. Ma l'astuto Ottaviano aizzò l'odio dei Romani contro il traditore, asservito ad una donna dissoluta, schiavo delle mollezze orientali; scoppiò la guerra, Antonio fu vinto e si uccise con la spada ai piedi dell'amata Cleopatra, quest'ultima tentò di sedurre il vincitore ma il freddo Ottaviano non fu attratto dai vezzi, forse un po' avvizziti, della regina. Temendo di dover seguire in catene il trionfo del vincitore Cleopatra preferì morire, secondo gli storici facendosi mordere al seno da un serpente velenoso portatole in un cesto di frutta; ma forse morì di veleno. Era il 12 agosto del 30 a.C.; Cleopatra uscì dalla storia per entrare nella leggenda, fu l'ultima di una serie di Faraoni che avevano regnato sull'Egitto per millenni. Etnicamente non era Egizia ma Macedone, seducente, coltissima, conoscitrice di varie lingue fu una celebre esponente di quel fenomeno culturale noto come “ellenismo” che fece di Alessandria il centro economico e culturale del Mediterraneo. Alle tumultuose vicende dell'ultima regina d'Egitto è dedicata, presso il Chiostro del Bramante, una grande mostra promossa da Arthemisia Group e da DART con il patrocinio del Ministero degli Esteri. Provenienti da numerosi musei italiani ed esteri sono esposti circa centottanta reperti che ripercorrono sia la vita di Cleopatra che gli eventi dell'Egitto Tolemaico. Sono anche esaminati i rapporti tra Roma e l'Egitto, grande fornitore di grano, di beni di lusso e di cultura con particolare accento sul periodo trascorso a Roma da Cleopatra tra il 46 e il 44 a.C. che molto influì sul costume e la moda nell'Urbe. Sono esposti numerosi reperti, in bronzo, oro, marmi di varie qualità, terracotte, argenti, avori, gemme che mostrano quanta influenza egiziana si ebbe presso le classi superiori a Roma paragonabile a quanto avvenne in Francia a fine '700 a seguito della campagna Napoleonica in Egitto. Numerose opere d'arte di grande qualità si alternano nelle nove sezioni in cui è divisa la mostra; tra loro spiccano alcuni busti in marmo che gli studiosi ritengono rappresentino la regina: una Cleopatra giovane, l'inedita Cleopatra “Nhaman” e un bustino di neanche 10 cm. raffigurante la regina. Numerosi i gioielli in oro o paste vitree di tipo egittizzante secondo la moda dell'epoca. Una sezione esamina la religiosità con le divinità sincretiche derivanti dalla fusione del pantheon egizio con quello greco, in particolare il culto di Serapide ed Arpocrate e la grande diffusione di quello di Iside. L'ultima sezione mostra le immagini di vari imperatori Romani, Augusto, Tiberio, Domiziano, che sotto le sembianze di Faraoni offrono doni alle divinità egizie, segno di una compiuta osmosi tra le due culture. Nelle sale scorrono le vicende del periodo tormentato della metà del I secolo a.C. con i suoi protagonisti Cesare, Pompeo, Marco Antonio, Ottaviano, Cleopatra e i tanti comprimari che pian pano sparirono dalla scena lasciando un solo vincitore: Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto che forse ritenne di aver trionfato sull'Egitto ma che in realtà come tutti i suoi concittadini subì il fascino della terra del Nilo fino ad esserne conquistato. Presso le Scuderie del Quirinale è contemporaneamente in corso una mostra su Augusto che permette di ampliare e completare la visione dell'importantissimo periodo storico tra la fine della Repubblica e l'inizio dell'Impero. La mostra è completata da laboratori didattici differenziati per bambini dai 4 agli 11 anni.
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