PRIMA PARMA
Dal 12 gennaio al 29 dicembre 2013
Parma
Museo Archeologico – Palazzo della Pilotta
Storie della prima Parma
Se siete interessati a fare un viaggio nella storia attraverso reperti, siti archeologici e provare l’emozione di essere a contatto con usanze e oggetti della vita quotidiana di popolazioni antiche, vissute nel territorio di Parma, dovete recarvi al Museo Archeologico Nazionale di Parma. Nelle prestigiose sale il 12 gennaio scorso, è stata inaugurata una mostra che dà una nuova lettura del ruolo della città in epoca preromana, sorta nella parte occidentale della regione emiliana, “terra di confine” tra l’Etruria e le culture dell’Italia settentrionale, nonché punto di passaggio obbligato per le comunicazioni con i Celti d’Oltralpe.
L’allestimento guida il visitatore nelle quattro sale dove egli, mediante apparati didattici, la lettura visiva delle opere e le proiezioni multimediali, può immergersi nelle vicende storiche di Parma.
Nella prima sala sono illustrate le scoperte archeologiche riferite ad un periodo compreso tra la fine del VII e gli inizi del V sec. a.C., periodo nel quale nell’area vivevano popolazioni di stirpe ligure che si trovarono a confrontarsi con gli Etruschi e con le diverse culture circostanti.
Nella seconda sala il visitatore viene illusoriamente introdotto in una capanna del VI sec. a.C., ricostruita sulla base dei resti rinvenuti in uno scavo urbano in via Saragat e nell’altra metà della sala può vedere un grande impianto per la produzione della ceramica, rinvenuto in località San Pancrazio e riprodotto a grandezza naturale.
Nella terza sala i visitatori si immergono nella spiritualità e nella ritualità delle popolazioni della Parma arcaica, rivissuta attraverso l’esposizione di materiali provenienti da necropoli, datate tra la fine del VI e il V sec. a.C. Le tombe familiari, costituite da tumuli, e i ricchi corredi, con la presenza di ornamenti in ambra, corallo e conchiglie, mostrano che le famiglie profondamente etruschizzate, ma nel contempo aperte a molteplici influenze provenienti dalle popolazioni stanziate nelle regioni limitrofe, come quelle venete, liguri e celtiche della cosiddetta cultura di Golasecca, avevano anche frequenti scambi con il mondo mediterraneo.
Nell’ultima sala viene illustrato il processo di formazione che porta la città ad essere colonia romana nel 183 a.C. fino a quando, durante le guerre civili, Parma venne distrutta dall’esercito di Marco Antonio. Il passaggio alla “romanizzazione” viene mostrato in modo tangibile con la realizzazione nella sala di un ponte di legno, come passaggio temporale attraverso due secoli. Il guado del fiume da attraversare è reso in modo virtuale: oggetti votivi rinvenuti presso il fiume, dedicati ad una divinità fluviale, sono “immersi” in un’acqua virtuale realizzata mediante la proiezione interattiva sul pavimento dello scorrere del torrente.
La mostra, dove gioca un ruolo importante l’illuminazione delle singole parti dell’allestimento enfatizzandone le peculiarità e migliorando la percezione visiva del visitatore, si conclude con la tabella bronzea su cui è incisa la legge che sancisce il raggiungimento della cittadinanza romana da parte degli abitanti della Gallia Cisalpina.
La mostra, nata dall’iniziativa della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, della Fondazione Cariparma e curata dalla Direzione Generale Antichità del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stata prorogata fino al 29 dicembre 2013. L’esposizione ha una duplice valenza: presentare manufatti archeologici, attraverso i quali conoscere una parte della storia di Parma, ma anche dare conto al pubblico del lavoro svolto dal personale della Soprintendenza, da anni impegnato nell’attività di tutela del patrimonio archeologico della città.
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