L’APOGEO DELLA POTENZA DI ROMA
Ai Musei Capitolini, a cura della Sopraintendenza, di Zetema e di MondoMostre e con il coordinamento di Eugenio La Rocca e Claudio Parisi Presicce è stata aperta la mostra “L'Età dell'Equilibrio” avente per oggetto il periodo di storia romana che va dal 98 al 180 d.C..
Si tratta di un'epoca che gli storici successivi definirono felice in quanto la potenza dell'Impero Romano raggiunse il suo massimo estendendosi per tutto il bacino del Mediterraneo, il Nord Africa, parte dell'Europa Continentale e il Medio Oriente.
Unico lo Stato, l'organizzazione giuridica e amministrativa, la moneta, la lingua almeno per le classi dirigenti, l'approccio culturale. Pace, commercio fiorente, agricoltura, artigianato raffinato facevano dell'Impero un'isola felice; le legioni vegliavano sui confini, la flotta sui mari, la pax romana regnava indisturbata. Naturalmente si tratta di una visione agiografica, non tutto era perfetto, le tasse erano esose, le condizioni di vita delle plebi e degli schiavi pessime, le incursioni dei barbari erano il prologo di quello che sarebbe avvenuto nei secoli successivi.
Merito di tutto ciò che andava bene per gli storici fu dovuto a quattro imperatori che si alternarono per ottantadue anni. Furono chiamati imperatori adottivi perché nessuno di essi era figlio biologico del predecessore ma scelto ed adottato per merito.In realtà su questa scelta così virtuosa pesava il fatto che tra loro intercorrevano rapporti di parentela o di affinità.
La mostra ripercorre il sopracitato periodo di tempo articolandosi in sei sezioni che ne prendono in esame i vari aspetti; la prima sezione “I protagonisti”, dominata dalle statue dei quattro imperatori, ne esamina storia e caratteristiche. Traiano il grande condottiero che conquistò la Dacia e vinse i Parti, Adriano che consolidò i confini e represse duramente una rivolta in Giudea nel 135 d.C., Antonino Pio che eresse il “Vallum Antonini” in Britannia ed infine Marco Aurelio, l'imperatore filosofo che fu costretto a combattere una guerra incessante contro i barbari invasori morendo di peste lontano da Roma. In mostra sono esposti busti e statue degli imperatori insieme a quelli delle loro donne: Sabina, Plotina, Marciana, Matidia, Faustina Maggiore e Faustina Minore, matrone di grande cultura e di corposa influenza sui loro uomini, esposta anche una statua di Antinoo, bel giovane amato da Adriano e morto tragicamente.
La seconda sezione “il linguaggio artistico” illustra il passaggio dallo stile realistico dell'età giulio-claudia ad un recupero del classicismo attico.
La terza “Ville e dimore” offre una ricca rassegna di reperti provenienti da sontuose dimore imperiali e senatorie in specie da Villa Adriana a Tivoli e dalle ville greche di Erode Attico senatore ed intellettuale di epoca antonina.
La quarta “rilievi storici” espone una serie di bassorilievi provenienti da edifici pubblici, tra loro spicca una grande scena di sacrificio proveniente dal Louvre.
La quinta “Vincitori e vinti”esamina a fondo l'ideologia imperiale romana basata sull'uso della forza e della guerra; gli imperatori si fanno effigiare in abito militare quasi fossero alla testa delle legioni, interessante un Adriano in corazza che calpesta un barbaro, quanto a questi ultimi sono proposti sempre come vinti supplici o in catene contraddistinti da un abbigliamento “diverso”, brache, capelli e barbe lunghi, cappelli a cono.
Infine dato che ogni umana vicenda ha una fine l'ultima sezione ci parla delle “Tombe” suddivise ad incinerazione e ad inumazione. Il primo sistema nel II secolo stava andando in disuso comunque sono esposte belle urne cinerarie in marmo e in vetro, per l'inumazione sono presentati splendidi sarcofagi riccamente adorni di bassorilievi a soggetto mitologico o bellico; molto interessante un frontone del sepolcro degli Haterii, famiglia di imprenditori edili, che presenta una serie di edifici pubblici costruiti a loro cura e frammenti del sepolcro di Claudia Semne, moglie di un liberto di Traiano, ritratta come una dea. Chiude la rassegna il sarcofago, con scheletro, di Crepereia Tryfaena ragazzina sepolta con un corredo di piccoli gioielli e monili ed una bella bambola in avorio con braccia e gambe mobili.
La mostra è un piacevole viaggio dentro quasi un secolo di un periodo glorioso di storia romana illustrato da un popolo di candide statue, quasi fantasmi dell'epoca. Avvertenza: le statue in mostra si distinguono da quelle esposte al museo in quanto poste su basi verde scuro.
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