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DALLE TINTE AI COLORI

Con una battuta del genere si può sintetizzare la lunga ed operosa vita di uno dei più grandi pittori del Rinascimento veneto: Jacopo Robusti, meglio noto come il Tintoretto, soprannome che gli derivò dal mestiere del padre, tintore di panni di seta.

Nato nel 1519 a Venezia, Jacopo già nel 1539 è citato in documenti come “mastro Giacomo depentor” segno di affermazione in così giovane età; nulla si sa della sua formazione e della sua prima attività anche se tardi biografi narrano di un suo primo uso dei colori nella bottega paterna e di un breve alunnato presso Tiziano interrotto dalla gelosia del maestro e dal carattere indocile dell'allievo.

Nella sua opera si ritrovano spunti provenienti da pittori toscani e romani e dalla sicura visita agli affreschi di Giulio Romano in Palazzo Tè a Mantova.

Cominciò ben presto a farsi apprezzare dalle famiglie nobili della Serenissima e da ordini religiosi, chiese e confraternite chiamate a Venezia “Scuole”.

Forse grazie all'interessamento del suocero lavorò per la Scuola Grande di San Marco eseguendo diverse tele, ma la sua opera più importante fu la decorazione della Scuola Grande di San Rocco, un grande edificio su due piani che riempì di “teleri”, enormi dipinti su tela che sostituivano a Venezia gli affreschi che non reggevano al clima umido della laguna; la decorazione durò dal 1564 al 1588 e fu costituita al piano terreno da dipinti relativi ad episodi della vita di Cristo, mentre nella sala superiore si svolge un ciclo vetero testamentario: per devozione al Santo il Tintoretto lavorò per un compenso minimo.

Altre sua attività fu la ritrattistica, dove operò con la collaborazione del figlio Domenico e soprattutto della figlia Marietta: suoi committenti furono molte personalità dell'epoca tra cui il Doge Girolamo Priuli, il cui ritratto si trova a Detroit ed il Doge Sebastiano Venier che è in mostra sia con il dipinto del Tintoretto che con il busto dello scultore Vittoria.

Continuò a dipingere quadri a soggetto mitologico per committenze private ma soprattutto lavorò per chiese e Scuole ed anche in  Palazzo Ducale; suoi teleri decorano le chiese della Madonna dell'Orto, di San Cassiano, di San Marziale.

Nel 1580 ricevette dai Gonzaga, signori, di Mantova, l'incarico di dipingere otto grandi tele esaltanti le glorie della casata.

Negli ultimi anni di vita insieme con il figlio Domenico dipinse un immenso “telero” raffigurante il Paradiso per la Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale e due quadri per la Basilica di San Giorgio Maggiore.

Infine, poco prima di morire, dipinse per la stessa chiesa la “Deposizione dal Sepolcro”.

Si spense il 31 maggio del 1594 e venne sepolto nella chiesa della Madonna dell'Orto.

Data la difficoltà di esporre le sue opere, le mostre su Tintoretto sono state rare e l'ultima monografica risale addirittura al 1937 ma ora per colmare questa carenza  le Scuderie del Quirinale propongono una mostra che espone un numero di quadri non rilevante, una cinquantina, ma di alta qualità e riguardante i tre filoni di produzione dell'artista, temi mitologici, temi religiosi, ritrattistica.

Al pian terreno la mostra si apre con un autoritratto del Tintoretto giovane, bruno di barba e di capelli con lo sguardo fiero, seguono molti teleri tra cui spiccano il “Miracolo dello Schiavo” e il “Trafugamento del corpo di San Marco”, in ambedue appaiono due corpi nudi e possenti posti in visione prospettica e di un freddo color perlaceo che dividono diagonalmente in due le grandi tele con suggestivo effetto e si confrontano due “Ultima Cena” dipinte a quasi venti anni di distanza l'una dall'altra.

Al piano superiore la prima sala accoglie splendidi ritratti purtroppo per lo più anonimi. Seguono una sala con i dipinti di pittori contemporanei tra cui spiccano le opere dei suoi grandi rivali Tiziano Vecelio e Paolo Veronese ed un'altra mitologico-“porno” con discinte divinità, “ciccione” per i nostri gusti ma evidentemente molto apprezzate all'epoca.

Conclude la mostra una sala con un autoritratto del Tiziano canuto e con lo sguardo mesto quasi presago della fine vicina ed una “Deposizione” dipinta in collaborazione con il figlio Domenico opaca, cupa, desolata ultimo suo lavoro.

Mostra di rilevante qualità e di sicuro effetto scenografico.

 

marzo 2012

TINTORETTO
Dal 25 febbraio al 10 giugno 2012

Roma
Scuderie del Quirinale
via XXIV Maggio 16

Orario:
dalle 10.00 alle 20.00 giovedì e venerdì sino alle 22.30

Informazioni e prenotazioni:
tel. 06/39967500
http://www.scuderiequirinale.it/categorie/mostra-001.html

Ingresso:
intero € 10,00
ridotto € 8,50

biglietto integrato Scuderie del Quirinale + Palazzo delle Esposizioni
intero € 18,00
ridotto € 15,00
scuole € 6,00

Il Biglietto integrato è valido 3 giorni dalla data di emissione.
Il Palazzo delle Esposizioni è aperto domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10.00 alle 20.00. Venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30. Lunedì chiuso.
L'ingresso è consentito fino a un'ora prima dell'orario di chiusura.

Catalogo:
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