UN ECLETTICO ARTISTA DEL NOVECENTO
Degli undici musei civici di Venezia, Palazzo Fortuny, è a mio parere quello che emana un’aura personalissima. Non voglio dire che gli altri siano da meno, come può essere il Museo del Settecento veneziano – Cà Rezzonico o la Casa di Carlo Goldoni.
A proposito della Fondazione dei Musei Civici di Venezia, elenco quali sono, insieme a Palazzo Fortuny: Palazzo Ducale, Museo Correr, Torre dell’Orologio, la già citata Cà Rezzonico e Casa di C. Goldoni, Museo di Palazzo Mocenigo, Cà Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Museo di Storia Naturale, Museo del Vetro, Museo del Merletto.
Ma torno subito a raccontarvi del Palazzo Fortuny.
Prende il nome da Mariano Fortuny y Madrazo, che con sua moglie Henriette elesse Palazzo Pesaro Orfei a casa laboratorio.
Mariano Fortuny, nato a Granada nel 1871, venne a mancare alla nostra vita, a Venezia nel 1949.
Fu pittore, incisore, scenografo, illuminotecnico, inventore, fotografo, collezionista e uno straordinario creatore di tessuti stampati.
Infatti, il piano nobile dell’edificio gotico, testimonia la poliedrica attività dell’artista. I tessuti, sontuosi ed elaborati, tra cotoni e velluti, che vestono le pareti sono tutti opera di Fortuny e gli arredi sono proprio quelli che lui scelse per la sua casa.
Dopo la morte del padre e un periodo vissuto a Parigi, nel 1889 Fortuny si stabilirà, insieme alla madre e alla sorella, a Venezia.
I viaggi di Mariano Fortuny gli daranno l’ispirazione attraverso la grande arte europea, greca ed egiziana. Così come le composizioni musicali di Richard Wagner che lo aiutarono a definire i suoi ideali estetici.
Se, come mi auguro, visiterete il Palazzo Fortuny, ci ritroverete tutto questo, da copie su l’arte greca a spunti di quella egizia, in un’atmosfera veramente commovente di wagneriana memoria.
Mariano Fortuny fu un vero uomo del Rinascimento che produceva da sé la sua carta fotografica, rilegava i suoi libri, progettava le sue lampade e i suoi mobili.
Creò uno dei primi interruttori a reostato, inventò un propellente per barche, fabbricò da sé i suoi colori, le sue tinture, i suoi pennelli. Modernizzò l’illuminazione del palcoscenico.
Nel 1907 entrò a far parte dell’industria della moda, attraverso una sua creazione: l’abito Delphos, ispirato alla scultura greca.
Poco dopo Fortuny iniziò a lavorare sui tessuti che vengono confezionati ancora oggi. La Firenze del quindicesimo secolo, la Venezia del diciassettesimo secolo, la Persia, l’Asia, il Sud America, l’Egitto, la Cina e la Grecia ispirarono la produzione tessile di Fortuny.
Così, Fortuny fece costruire la fabbrica di tessuti nel 1922 su un terreno da lui acquistato nel 1919 da Giancarlo Stucky alla Giudecca.
La visita a Palazzo Fortuny, vi lascerà l’immagine di un Uomo che ha saputo ben mettere a frutto il “tempo” della sua vita, riempiendola di una infinità d’interessi. Sicuramente vi farà nascere la voglia di fare, vi farà crescere la curiosità di approfondire, attraverso letture, l’interesse per le mostre, l’ascolto della musica.
Così come Fortuny ha saputo bene riempire la sua vita, alla stessa maniera, la visione del Palazzo a Venezia accrescerà, senza dubbio, la vostra cultura.
Felice e serena visita.
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