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Una Fondazione, un raro esempio di conservazione

L’ultimo discendente della Famiglia Querini Stampalia, il Conte Giovanni (1799 – 1869), lasciò in eredità, alla sua Venezia un anno prima di morire, lo storico palazzo.
Si realizzò, così, un raro esempio di conservazione dei beni di una famiglia di antichissime e nobili origini.

La Famiglia Querini, occupò ereditariamente l’area del potere perché faceva parte dei governanti, del patriziato, annoverata tra le dodici casate apostoliche fondatrici della città lagunare.
Il Titolo di Stampalia deriva dall’acquisto di un feudo dell’isola di Astipalea nell’Egeo nel XVIII secolo. Ma solo dal 1808 venne usato da Alvise Querini e da allora il doppio cognome è rimasto ad indicare prima la Famiglia, oggi la Fondazione.

La Fondazione ha allestito nel palazzo la Biblioteca, il Museo e un’area per esposizioni.
Lunga è la storia della sistemazione del Palazzo, sia nel suo interno che al suo esterno. Dal XVI secolo in poi, il Palazzo ebbe una serie di migliorie che crebbe, si sviluppò, si riarticolò e si abbellì nel tempo con annessioni di proprietà contigue e sopraelevazioni. Ma per arrivare più alla storia recente, tra il 1959 e il 1963, l’architetto Carlo Scarpa eseguì al piano terra un celebre restauro, la realizzazione di una sala per mostre, conferenze e un piccolo giardino interno.

È interessante, è doveroso venire alla Fondazione Querini Stampalia, per assaporare questo silenzioso angolo veneziano, per scoprire, anche, l’ulteriore riqualificazione dell’architetto ticinese Mario Botta avvenuta nel 1993. Mario Botta, molto legato alla Fondazione che passava, infatti, intere giornate in Biblioteca come fanno molti studenti, decise di donare il suo progetto.

Il suo intervento rinnovò profondamente la sede, spostando l’entrata al Palazzo da campiello Querini a campo Santa Maria Formosa. Così, mentre con il restauro del sottotetto e del terzo piano sono stati ricavati degli uffici e un’area per mostre e seminari, al piano terra sono stati creati spazi per un insieme di funzioni come bookshop, caffetteria, guardaroba, un’area per ospitare bambini e un auditorium.

Insomma una vera Perla, all’interno di quella magnifica Perla che è la città di Venezia.
Ma ora, vi voglio parlare del Museo. Ebbe origine attraverso l’esecuzione dei ritratti che Jacopo Palma il Vecchio fece ai nubendi Francesco Querini e Paola Priuli nel 1528. Seguiranno ritratti, tutti presenti nel Museo, di Marco Vecellio e di Sebastiano Bombelli, pittore questo di crescente successo chiamato anche a Palazzo Ducale. E poi, gruppi di busti marmorei ad opera di Michele Fabris detto l’Ongaro. Il soffitto della Galleria è di Sebastiano Ricci oltre a due nuclei, forse i più significativi della collezione, di Pietro Longhi.

Ma il Museo conserva ben sessantasette tele di Gabriel Bella, un pittore minore che tanto lavorò a Treviso.

So bene, che quando si parla di pittori minori l’interesse va scemando e non si ha la curiosità, invece, di scoprirne quelle qualità, che hanno lasciato un segno particolare, nella storia documentale di un luogo e anche nell’Arte.
Porre, infatti, interesse in Gabriel Bella vuol dire rivivere, attraverso le sue tele, le feste popolari, i balli, i teatri, le cerimonie ufficiali della Repubblica. E tutto questo nel Museo della Fondazione Querini Stampalia, la quale vedendo crescere i debiti del suo patrimonio, dalla metà del Settecento, si vedrà costretta ad una serie di disinvestimenti fino a costringere i proprietari a rendersi disponibili per la vendita. Intorno, però, al 1830 Giovanni sarà colui che risolleverà le sorti, creando la Fondazione.
Nel Museo sono conservati mobili settecenteschi e neoclassici, porcellane, biscuit, sculture e dipinti dal XIV al XX secolo, soprattutto di scuola veneta, tra specchi, lampadari di Murano e stoffe tessute su antichi disegni. Oggi il Museo offre al pubblico una dimora storica che ha mantenuto l’atmosfera di un tempo, aprendo anche ad iniziative come concerti ed esposizioni sia di arte antica che di arte contemporanea.

Le sale della Biblioteca mettono a disposizione dei lettori oltre trentaduemila volumi e quattrocento periodici correnti, anche se l’intero patrimonio bibliografico è costituito da oltre trecentoquarantamila volumi. Quattordici sono le ore di apertura, anche per onorare le volontà del conte Giovanni.
Ancora tanto altro sarebbe da descrivere, sull’intera Fondazione, come le Sale affrescate dal Guarana, la Sala di Giovanni Bellini, quella delle tavole antiche dipinte anche da Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio, la Sala della Maniera, quella della Musica con le opere di Pietro Longhi, quella dei ritratti, la Sala dell’Ottocento e altre Sale ancora. Ma la descrizione non farebbe giustizia rispetto ad una visita personale.

Una visita felice e ricca a tutti.

Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
dicembre 2012

 

Fondazione Querini Stampalia Onlus
Santa Maria Formosa – Venezia
Tel. 041/2711411/

 

 

 

 

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