NUDO D'AUTORE
Chi visita il Museo Nazionale d'Arte Antica a Palazzo Barberini entrando nella Sala 29, al secondo piano, è colpito dall'immagine di uno splendido e sensuale nudo femminile visto di schiena.
E' un'opera di grande fascino e di intrigante bellezza, di aspetto assolutamente consono ai nostri gusti estetici e ben diversa dalle divinità e dalle ninfe “cicciose” dalle corporature pesanti tipiche della pittura dei secoli XVII e XVIII; autore è un pittore francese vissuto per buona parte della sua vita a Roma dove morì nel 1749: Pierre Subleyras.
L'artista nacque in Linguadoca nel 1699 figlio di un modesto pittore di provincia e dopo aver studiato a Tolosa nel 1728 vinse una borsa di studio come pensionnaire dell'Accademia di Francia a Roma; raggiunse ben presto una buona fama dipingendo per committenze laiche e religiose. Nel 1736 sposò Maria Felice Tibaldi pittrice miniaturistica che spesso riprodusse in piccolo le opere del marito, nel 1748 il Cardinale Silvio Valenti Gonzaga presentò l'artista a Papa Benedetto XIV che gli dette l'incarico di ritrarlo. In tutte le sue opere di soggetto religioso, storico, di genere e nei ritratti appaiono i caratteri del neoclassicismo, disegno pulito, tratto elegante, movimento contenuto.
Il quadro con il “Nudo di schiena” rappresenta probabilmente la moglie ed è tutto giocato con l'alternanza dei colori, il bianco del lenzuolo, il perlaceo del corpo, il nero dello sfondo, è dipinto a pennellate fitte e rapide, quasi con tecnica impressionista, ed anche le varie sfumature ed il chiaroscuro che costituiscono le forme del corpo sono una anticipazioni di stili del secolo seguente. Il dipinto è pervenuto al Museo nel 1963 in seguito a donazione, in passato è stato attribuito ad altri pittori e solo dal 1970 in seguito all'esame di documenti è stato assegnato al Subleyras.
Le condizioni del quadro non erano ottimali in quanto i colori erano alterati da scurimento delle vernici e da interventi restaurativi del passato, il restauro curato da Studio di Conservazione ha provveduto ad una accurata pulizia ed al risarcimento di piccole lacune reintegrandole; anche la cornice, coeva, è stata riportata alla originaria doratura.
La copertura finanziaria delle spese è stata sostenuta dalla Fondazione CittàItalia che ha coordinato le offerte di alcuni antiquari di Roma.
La Fondazione ha come scopo la raccolta di fondi anche da privati per finanziare restauri di opere d'arte e a tutt'oggi sono una trentina gli interventi effettuati in tutta Italia. Nel nostro caso il risultato è stato la possibilità di apprezzare pienamente uno splendido quadro di grande fascino e di sottile erotismo, un artista tecnicamente abilissimo ed infine un piacevolissimo “lato B”.
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