LA LETTERATURA DEL VIDEO
La ricerca dell’artista svizzera Angela Marzullo (Zurigo, 1971), che usa indiscriminatamente media espressivi diversi, è centrata sulla rivisitazione di opere, sia testi letterari (Walter Benjamin, Brecht, Pasolini) sia opere di arte visiva (Acconci, Rosler, Graham, Abramovic...), sia seminali del pensiero e dell’arte critica degli anni ’70.
L’appropriazione dei testi e delle opere del passato nel suo lavoro è filtrata attraverso la lente del pensiero femminista di matrice italiana e francese che si va elaborando in quello stesso decennio.
Lo sguardo di Angela è uno sguardo erede di quella tradizione, è cioè consapevole della carica ideologica che veicolano le immagini proprio a partire della differenza sessuale: è lo sguardo d’artista e, allo stesso tempo, di donna e madre.
Oltre alla presentazione suo ultimo lavoro video tutt’ora inedito in Italia, "La crisi dell’educazione", 2011, parafrasi del libro “La crisi della cultura” di Hannah Arendt, in mostra verrà proiettato il video "Concettin", ispirato alle Lettere Luterane di Pasolini, realizzato dall’artista a Roma nel 2010 mentre era residente dell’Istituto di Cultura Svizzera.
Il terzo lavoro che anticipa l’interesse dell’artista per l’aspetto etico della pedagogia è il video "Théatre prolétarien pour enfants" del 2006. Anche qui dialoghi tra Lucie e Stella tratti da testi di Walter Benjamin e Goethe fa da sfondo un paesaggio architettonico degli anni ’70.
In mostra ci sarà anche il video Performing del 2005, che dà inizio alla serie dei lavori con le sue bambine: in questo video Lucie e Stella, di 10 e 6 anni, ripropongono sei video-performance seminali degli anni ’70 – Acconci, Rosler, Rousopoulos, Abramovic, Dan Graham, Abramovich e Ulay.
L’ultimo video è "Bodybuilding", un breve irriverente loop dove Angela mette provocatoriamente in vista la sua “femminilità”.
Chiude la mostra il lavoro sonoro "MereFille", 2012, realizzato per l’occasione. E’ il monologo di un testo, quasi un mantra, sull’ambiguità e la difficoltà del rapporto madre-figlia, all’origine di quell’ordine simbolico della madre necessario, come ci dice Luisa Muraro, per immaginare la possibilità di una differente visione del mondo.
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