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 IGNITOR

Il Programma Nazionale della Ricerca (PNR) per il periodo 2011 – 2013 ha selezionato 14 progetti che per il loro rilevo strategico sono stati definiti “progetti bandiera”. Tra questi troviamo Ignitor, che seguiremo in questo come nei prossimi anni a venire poiché riteniamo che per il nostro paese – e non solo - Ignitor sia il più strategico dei progetti strategici. L’obiettivo di Ignitor è infatti quello di produrre energia elettrica attraverso un processo definito “fusione stellare”.

Ignitor ha un padre italiano, il professor Bruno Coppi (ndr vedi articolo correlato) full professor al  Massachusetts Institute of Technology (MIT). Coppi sta lavorando alla fusione stellare dal 1967 quando, ricercatore a Princeton, andò in Unione Sovietica per incontrare Albert Galeev e Raold Sagdeev, due famosi scienziati russi. Nel 1968 partecipò alla storica conferenza di Novosibirsk, nella quale gli scienziati russi presentarono gli straordinari risultati ai quali erano giunti nel lungo cammino verso la fusione stellare, con una loro “macchina” chiamata Tokamak, che da allora identifica tutta la successiva serie di macchine sperimentali. Nel 1970 il governo Americano approvò la proposta del MIT - Coppi di costruire un tokamak, che Bruno Coppi chiamò ALCATOR, acronimo di ALto CAmpo TORus. Alcator è stato il progenitore di Ignitor.

Quanto è importante Ignitor? Ne diamo una lettura in moneta sonante: l’Italia nel 2011 “pagherà”  all’estero una bolletta energetica di circa 100 miliardi di Euro. Questa bolletta energetica è dovuta agli acquisti di gas, petrolio, carbone e alla importazione di energia elettrica, principalmente dalla Francia.

Ben diversa è la situazione della Gran Bretagna, che dispone del petrolio del mare del Nord o quella della Francia, la cui produzione di energia elettrica per il 90%  è assicurata da impianti a fissione nucleare, dove il costo dell’uranio costituisce una posta modesta. O ancora quella della Germania, che per il 50% produce energia elettrica da carbone e per un restante 25 – 30% da fissione nucleare. È pur vero che il governo tedesco ha annunciato che entro il 2020 uscirà dal nucleare, ma non è la prima volta che un annuncio di tal genere viene fatto e in ogni caso, se la Germania darà seguito a questo annuncio, si troverà a dover fronteggiare una situazione simile a quella italiana, dato che l’industria tedesca è assai più energivora della nostra.

Tornando ai casi di casa nostra, è evidente che se riuscissimo a risparmiare sulla nostra bolletta energetica da 100 miliardi di Euro una quota pari al 30 - 40%, questo risparmio equivarrebbe ad una “manovra “ di 30 – 40 miliardi/anno. Il successo di Ignitor potrebbe quindi determinare l’avverarsi di quello che oggi appare soltanto un auspicio.

Per evitare equivoci, non intendiamo affermare che grazie a Ignitor l’energia elettrica sarebbe gratuita; ciò che intendiamo dire è che i costi di produzione sarebbero “interni”, con un rilevante miglioramento dei nostri conti verso l’estero.

Torniamo alla nostra bolletta da 100 miliardi; cosa si può prevedere per il futuro? Diminuirà o crescerà?

Nel prossimo numero affronteremo questo argomento, che, possiamo già anticipare, è decisamente inquietante.          
settembre 2011

g. patruno

 

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