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RIAPPARE SANT’ANDREA

Dopo oltre un anno di lavori riappare candida e imponente la facciata di Sant’Andrea della Valle; era stata restaurata nel 1990 ma l’intensità del traffico veicolare in quel tratto di Corso Vittorio Emanuele unita ad una accertata cattiva qualità del travertino ne avevano provocato, in due decenni, il completo annerimento e la comparsa di depositi carboniosi e di croste nere tali da innescare un ulteriore degrado. I restauri sono stati eseguiti per commissione del Fondo Edifici Culto e supervisionati dalla competente Soprintendenza. Circa la cattiva qualità del travertino è interessante notare che nei capitolati del lavori del 1661 e del 1664 era scritto che avrebbe dovuto trattarsi di materiale di ottima qualità ed invece ne fu fornita una partita di qualità scadente, in qualche caso montata male. Molte vicende dei nostri tempi hanno illustri precedenti.


La costruzione della chiesa fu iniziata a fine ‘500 per ospitare l’Ordine, da poco costituitosi, dei Chierici Regolari detti Teatini, che tuttora la officiano; furono demoliti una chiesetta preesistente ed il Palazzo Piccolomini donato dalla Duchessa di Amalfi, ultima proprietaria. I lavori durarono molto tempo per motivi economici e si alternarono architetti e finanziatori, operarono Il Maderno e il Rainaldi che completò la facciata a due ordini sovrapposti con l’inferiore diviso da doppie colonne che contengono nicchie che ospitano statue scolpite da artisti della cerchia berniniana; la cupola, la più grande di Roma dopo quella di San Pietro, è opera del Maderno.


L’interno è a croce latina con cappelle molte delle quali riccamente adorne di pitture e sculture, in una di esse fu ambientato il primo atto della Tosca nel quale il pittore Cavaradossi mentre dipinge riceve un patriota fuggiasco. Il catino absidale e il presbiterio sono decorati dal Domenichino con episodi della vita e del martirio del Santo, la parte inferiore dell’abside contiene tre grandi affreschi opera di Mattia Preti detto il Cavalier Calabrese. I pennacchi della cupola sono ornati da quattro poderose figure di Evangelisti del Domenichino mentre la cupola fu affrescata dal Lanfranco divenendo l’archetipo di tutte le successive cupole barocche. Notevoli sono due tombe del secondo ‘400 dei Papi Pio II e Pio III provenienti dall’antica demolita basilica di San Pietro. La chiesa, vero scrigno di tesori d’arte, è di proprietà del Fondo Edifici del Culto del Ministero dell’Interno, istituzione costituita già a fine ‘800 e che gestisce i beni confiscati all’epoca agli Ordini Religiosi. Il FEC  cura la manutenzione e il restauro di oltre 700 edifici sacri sparsi in tutta Italia, generalmente di alto interesse artistico, con un finanziamento annuo di sei milioni di euro.


La chiesa di Sant’Andrea della Valle è una delle gemme del FEC, è ben tenuta all’interno ed ora anche all’esterno, speriamo che tra pochi anni non si debba di nuovo intervenire sulla facciata.

maggio 2011

Roberto Filippi

 


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