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LA ZONA GRIGIA


Cristiano Tassinari
LICHTRAUM

Ricerca e sperimentazione sono le linee portanti, i codici fondamentali di un artista in ogni tempo e in ogni luogo; ma più che mai per un artista, oggi, nel tempo convulso e complesso che viviamo sono una assoluta necessità quasi fisica prima che etica.

Cos’è un uomo oggi e di che vive? Quali le aspettative e quali le speranze su cui fondare non dico un futuro ( troppo lontano per un’umanità così poco “solida”) ma almeno un presente che viva di qualche concretezza? Una volta la società umana viveva intorno all’artista e lo determinava, e l’artista ricambiava odio e amore scoprendo e rideterminando il suo ambito: fatti, passioni, memorie, materie.

Oggi lo chiamano, il mondo, “villaggio globale”, ma è una illusione letteraria, non è un villaggio in cui ritrovare facce sentimenti e abitudini: è un pianeta sconosciuto, è una galassia indeterminata che si scompone e ricompone continuamente. Continuità, tradizione sono umane conseguenze che non ci appartengono più.
La materia di un artista è magma in continua trasformazione, è elemento che ricerca ossessivamente qualità, appartenenza, determinazione di uno spazio e di un tempo tutto da ricreare e investigare.

Questo senso di incompletezza attraverso mobili flussi e riflussi estetici, nell’usare materie alterne e instabili è lampante nell’opera di Cristiano Tassinari. E direi, questa mobile ambivalenza, questo “sfuocare” e diluire apparizioni ed eventi ne è la cifra essenziale e sincera.

Tutto appare e si concretizza per un istante per poi ricondensarsi in altro e altrove. Il “qui e adesso”, “hic et nunc” di antica e nostalgica memoria, è un sogno di stabilità e certezza che non ci appartiene più: chi si inganna o sogna di esserci ancora dentro spaccia solo muffe accademiche o eleganze pseudo manieriste che puzzano di mummia. Il tempo delle nuove certezze è di là da venire.

Siamo tutti in attesa del nuovo Rinascimento che forse non verrà mai perché abbiamo disfatto l’uomo e la sua anima, il suo Olimpo e il suo inferno, ed è difficile rifar tutto daccapo: l’innocenza è perduta.
Adesso viviamo nel limbo dei sogni, dei presentimenti, una figura ci appare, un’altra si sovrappone: così gli elementi pittorici in Tassinari, stesure ora dense ora interrotte si alternano a strutture oggetti ed evocazioni plastiche che hanno appunto (come disse un famoso scrittore) materia e sostanza del sogno. Un sogno interrotto e ripreso, ingannevole e sfumato, in attesa di una nuova realtà su cui poggiare i piedi.

Info:

Cristiano Tassinari
LICHTRAUM
Dal 19 maggio al 30 luglio 2011

Roma
First Gallery
via Margutta 14

Tel. 06/3230673
 
http://www.firstgallery.it/

 

luglio 2011

Luigi M. Bruno

 


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