Come il formidabile Cetto La Qualunque, anche Bravo, venditore di donne nato dalla penna di Faletti, ha il privilegio di godere della campagna pubblicitaria gratuita ad opera delle nostre istituzioni. Sia titolo e personaggio non sarebbero potuti essere più calzanti al concitato momento di squallore nazionale.
Veniamo al romanzo, il sesto di una fortunata carriera, che l'autore ambienta non senza un certo affetto nella Milano non potabile del 78, una Milano che, come ribadito nella nota finale, non esiste più. Un passo prima cioè della città da bere, della capitale dello yuppismo e dei vip modaioli. Faletti ricostruisce un'ambientazione fatta di albe lattiginose, nightclub pieni di fumo,cabarettisti che dormono di giorno e vivono di notte, randagi da strada e piccole miserie di un'Italia che cerca di lasciarsi alle spalle gli anni di piombo, mentre le Brigate Rosse fanno ancora paura e la notte è un territorio ostile in cui nessuno è quello che sembra. Bravo è il soprannome con cui è conosciuto nel giro un venditore di donne, enigmatico e fintamente cinico, che già nell'incipit sbatte in faccia al lettore la sua mutilazione "Mi chiamo Bravo e non ho il cazzo", come un invisible monster di Palahniuk. E' sua la voce narrante ed è attraverso i suoi occhi che il lettore segue le transazioni da intermediario con cui "affitta" le ragazze e cade nella trappola ben tesa che lo trasforma da anonimo abitante del sottobosco a ricercato speciale.
Scorrevole, appassionante e coraggiosamente diverso dallo stile dei precedenti, per chi scrive è l'opera migliore di Falletti, che altro dire...giù il cappello!
|
|
|