Sono passati alcuni anni da quando si è completato il progetto di riqualificazione di tutta piazza san Cosimato, in particolare per attrezzare l'area del mercato, con un'area giochi per i bambini e la possibilità di vedere completamente quello che rimane della facciata, con il portico, dell’omonima chiesa medioevale.
Un degradato luogo folcloristico a cementificato spazio moderno, umiliato dai mezzi per la pulizia delle strade e dai furgoni dello scarico merci, senza menzionare l’arroganza delle macchine “blu” adibite a taxi per i membri governativi. Un continuo transito che non tiene conto degli scaloni e dei pedoni, deteriorando l’atmosfera trasteverina. Un incuria pari a quella di chi orina e lascia brandelli di abbigliamento negli angoli della piazza, ma assai più dannosa, con il loro continuo transito nell’area pedonale hanno divelto lastre di pavimentazione e grate di scolo per l’acqua.
Senza dare per scontato che la causa di tale scempio sia di chi è preposto nello svolgimento di un lavoro, può anche sorgere il dubbio di un utilizzo di materiale scadente o sull’approssimativa esecuzione dei lavori. Magari è solo colpa di un terreno poco stabile che facilmente cede sotto il peso di mezzi da trasporto a trasformare la pavimentazione in tanti cretti alla Burri.
Nell’incontro di fine ottobre che i cittadini di Trastevere hanno avuto con alcuni rappresentanti del Partito Democratico, imperniato prevalentemente sul traffico e la raccolta dei rifiuti nel Rione, ha evidenziato la difficoltà di coordinare le iniziative tra Municipi e il Campidoglio.
Il fallimentare lastricato di piazza san Cosimato si può riscontrare in vecchie e nuove pavimentazioni di Roma. Qualunque materiale venga usato: asfalto o sanpietrini, lastre o cemento, il terreno cede con il passare del tempo.
Così è successo alla pavimentazione nell’area dell’Ara Pacis o alle panchine delle fermate dei mezzi pubblici su via Mormorata e via Regina Margherita.
L’unica soluzione è provvedere al ripristino di una superficie di calpestio senza pericoli per i pedoni ed evitando di confondere le piazze e le strade in opere d’arte contemporanea.
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