LUOGHI, FIGURE, NATURE MORTE.
OPERE DELLA GALLERIA D'ARTE MODERNA DI ROMA CAPITALE
UN NUOVO VECCHIO MUSEO
Il 19 novembre scorso è stata riaperta dopo anni di chiusura la Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale. Lo spazio museale è sistemato entro gli edifici di un convento settecentesco delle Camerlitane Scalze adiacente alla Chiesa di San Giuseppe a Capo le Case. Era già lì dal 1995 quando fu aperto, in via provvisoria, in attesa di reperire locali per esporre l’ingente patrimonio comunale di opere d’arte moderna, compresa cioè tra la metà del XIX secolo e la metà del XX. La galleria rimase aperta fino al 2003 poi fu chiusa e solo da pochi mesi si è deciso di riallestirla e di riaprirla.
La storia della Galleria inizia negli anni ’80 dell’800 allorché le autorità comunali decisero di dar lustro a Roma Capitale aprendo un museo destinato ad ospitare opere allora di arte contemporanea se possibile di artisti nati o residenti a Roma. Soltanto nel 1925 la raccolta fu ospitata in parte di Palazzo Caffarelli con il nome di “Galleria Mussolini” e negli anni successivi si ebbero svariate e qualificate acquisizioni da parte del Governatorato profittando delle numerose esposizioni di arte contemporanea tenute all’epoca. Poi cominciarono varie peregrinazioni, con una sosta a Palazzo Braschi, e sistemazioni in deposito in attesa del favoleggiato museo presso la ex sede della Birra Peroni, poi divenuto MACRO, fino ad approdare a metà degli anni ’90 nell’attuale edificio, considerato all’epoca destinazione provvisoria.
Ora finalmente grazie all’impegno congiunto di Assessorato e Sopraintendenza la Galleria è stata riaperta in sede definitiva; le opere in carico sono oltre tremila tra dipinti, sculture e grafica e coprono un periodo di quasi un secolo e mezzo. Ovviamente l’insieme risente delle vicende dell’istituzione, ci sono periodi e movimenti artistici assenti o poco presenti mentre per altri c’è abbondanza o qualità minore, la alternanza di interesse e di dimenticanza, le vicende complesse della Galleria hanno spesso impedito una razionale e meditata politica di acquisizioni.
Lo spazio non permette di esporre quanto in carico alla Galleria per cui si è deciso di procedere ad esposizioni a rotazione sotto forma di mostre a tema, la prima, con la quale si inaugura il riaperto spazio museale, ha per titolo “Luoghi, figure, nature morte” e presenta circa 140 opere disposte sui tre piani dell’edificio. Al primo piano sono esposte opere rappresentanti la figura umana così come l’hanno vista autori come Nino Costa, Felice Carena e i pittori della Scuola Romana quali Capogrossi, Gentilini, Mafai, Pirandello. Al secondo piano una serie di vedute, da quella onirica di Hirschl, a quelle realistiche dell’800, da Francalancia e Trombadori al notissimo “Cardinal Decano” di Scipione e alle “Demolizioni” di Mafai. Al terzo piano sono ospitate nature morte di Casorati, Morandi, Severini, Savinio, Trombadori; sempre al terzo piano una saletta è dedicata a Balla pre-futurista ed un’altra alla Grafica dove, a richiesta, si potranno esaminare disegni ed incisioni di numerosi artisti.
Alcune sculture sono sparse per i vari piani in accordo con i temi proposti mentre altre, di misure maggiori, sono raccolte in un braccio dell’antico chiostro; si tratta di opere di Manzù, Martini, Dazzi, Prini ed altri. Nonostante lo spazio sia tiranno e le consenta di esporre meno del cinque per cento di quanto possiede, la Galleria cerca di fornire una veloce e approfondita sintesi dell’arte a Roma negli ultimi decenni dell’800 e nella prima metà del ‘900.
L’Assessore e il Sopraintendente hanno comunque annunciato l’intenzione di ampliare gli spazi espositivi sia reperendo altri locali in città sia ristrutturando un padiglione quasi in rovina situato in quello che era il giardino del convento ed anche recuperando uno spazio posteriore, su via Zucchelli, ora occupato da un parcheggio dell’AMA sito su edifici demoliti moltissimi anni fa e che è non è certo un bello spettacolo in una zona così centrale della città. |