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IL PITTORE CHE SI FECE FRATE

 

Tale fu la vicenda umana di Lorenzo Lotto, pittore vissuto tra la fine del ‘400 e la metà del secolo successivo, che ebbe fama ma anche tante amarezze che unite ad una sua inquietudine interiore lo spinsero a cercare la pace nel silenzio di un chiostro. Alla sua vita e alla sua opera è dedicata una grande mostra che si tiene presso le Scuderie del Quirinale.
Il Lotto nacque a Venezia intorno al 1480 e la sua prima attività si svolse nell’ambiente artistico gravitante intorno al nume tutelare della pittura veneta dell’epoca, Giovanni Bellini, anche se molti studiosi riscontrano nella sua opera giovanile anche spunti provenienti da Antonello da Messina e da Albrecht Durer ambedue presenti a Venezia alla fine del ‘400.
Tratto distintivo del Lotto è un mobile balenare di luci e la predilezione per tonalità fredde quasi smaltate. Nel primo decennio del ‘500 il pittore operò nelle Marche e nel 1509 giunse nella Roma di Giulio II, centro d’arte e di cultura, dove dipinse, insieme al Sodoma e al Peruzzi, affreschi nell’appartamento pontificio distrutti poco tempo dopo per far posto a quelli di Raffaello. L’influsso raffaellesco e degli altri artisti operanti a Roma fu accettato dal Lotto che però non si inserì nell’ambiente romano e preferì trasferirsi in Lombardia dove, specie a Bergamo, lavorò nel periodo forse più felice della sua vita producendo opere di carattere religioso di tipo popolareggiante con arditi accostamenti cromatici; di questo periodo sono anche alcuni dei suoi più intensi ritratti con penetrante studio dei carattere degli effigiati. A metà degli anni venti del ‘500 si spostò a Venezia sempre tormentato da inquietudini personali e ristrettezze economiche ma il periodo in laguna non fu felice in quanto l’ambiente artistico era dominato dal gusto tizianesco allora imperante. Tornò poi nelle Marche dove lavorò a lungo presso molti edifici di culto della regione ed infine si rifugiò presso il Santuario di Loreto dove nel 1554 si fece oblato laico prestando la sua ultima opera pittorica al convento dove si spense nel 1556. Oltre cinquanta dipinti, in parte restaurati per l’occasione, provenienti da chiese italiane e da musei italiani ed esteri.
Al primo piano delle Scuderie, nelle grandi sale a volta, sono esposte pale d’altare di rilevanti dimensioni in un suggestivo allestimento che ripropone le forme di un altare ricreando l’impressione che i dipinti siano nella posizione originaria. Lo stile e la forma delle pale è abbastanza tradizionale ma sono molto interessanti il colore e la sinuosità dei movimenti. Al secondo piano lo spettacolo è diverso, sono esposti molti ritratti, specie degli anni giovanili in Veneto, ed alcuni piccoli dipinti in parte devozionali in parte di soggetto profano. Di grande intensità i ritratti con acuta introspezione dei personaggi mentre i piccoli dipinti presentano sullo sfondo paesaggi di grande dolcezza con interessanti effetti di luce. Spettacolari il grande Polittico di Recanati, le Pale di Asolo e di Quinto di Treviso, il Polittico di Ponteranica, ora a Bergamo, e il San Nicola in Gloria della Chiesa dei Carmini a Venezia; tra i ritratti spiccano il curioso Triplice Ritratto di Orefice, il ritratto di Andrea Odoni, quelli di Giovane Gentiluomo, di Uomo con Cappello di Feltro, di Gentiluomo su Terrazza, di Balestriere.
Fanno contorno alla mostra una serie di eventi: il primo è “Terre di Lotto”, un itinerario attraverso Lombardia, Veneto e Marche alla scoperta dei luoghi dove il pittore ha operato e delle chiese in cui i suoi dipinti sono conservati; seguono una serie di incontri in vari prossimi mercoledì (info: www.palazzoesposizioni.it) a cura di studiosi e critici d’arte e le letture guidate di opere del Lotto alcuni dei prossimi venerdì alle 19 (info: www.scuderiequirinale.it).

 

Info

Roma
LORENZO LOTTO
Scuderie del Quirinale
via XXIV maggio 16
Dal 2 marzo al 12 giugno 2011

Orario: da domenica a giovedì - ore 10.00 - 20.00
Venerdì e sabato - ore 10.00 - 22.30

tel. 06/39967200
www.scuderiequirinale.it
www.lorenzolotto.it

Catalogo:Silvana Editoriale

 

 

 

aprile 2011

Roberto Filippi

 


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