Chi vuol essere lieto, sia: Di doman non c'è certezza, l'invito alla vita dal memento della precarietà dell'esistenza terrena.
Vanità delle vanità, tutto è vanità: le parole iniziali dell'Ecclesiaste, libro della Bibbia in cui si esprimono meditazioni sapienziali sulla vita, sono il filo conduttore della mostra. Quaggiù sembrano voler indicare con i loro capolavori Caravaggio, Lorenzo Lotto, Jusepe de Ribera, Mattia Preti, Domenico Fetti e Guercino, la vanitas ha sempre ragione di qualsiasi vanità.
Una riflessione, molto moderna, che diversi membri del principesco casato Doria Pamphilj fecero propria, come dimostra la ricchezza di oggetti darte legati al tema, come gli orologi settecenteschi coronati dall'immagine del Tempo armato di falce.
Tema comune in tutte le opere esposte è la caducità fatale, l'effimero nelle cose terrene, declinato in diversi contesti dalla prospettiva religiosa a quella filosofica.
Quattro sono le sezioni tematiche che rappresentano la molteplicità di questioni legate alla Vanitas. Le prime tre attraversano diversi generi pittorici: la natura morta, la pittura sacra e la ritrattistica, mentre la quarta è dedicata al cardinale Benedetto Pamphilj, collezionista, fortunato mecenate di artisti e musicisti e poeta, autore del celebre oratorio Il Trionfo del Tempo e del Disinganno musicato da Georg Friedrich Händel nel 1707. Alla fine del percorso si offre una riflessione sul tema della vanità e dei sensi attraverso i ritratti di membri delle ultime generazioni della famiglia Doria Pamphilj.
Info
Palazzo Doria Pamphilj
Via del Corso 350 Roma
fino al 25 settembre 2011
Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00.
Ultimo ingresso consentito 16.15.
Biglietto Intero €10.50. Ridotto €7,50 |